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L’AI trasforma il Life Science: Veeva Systems e Hyntelo in un evento promozionale. L’AI e gli ISF

L’intelligenza artificiale sta iniziando a cambiare il modo di lavorare degli informatori farmaceutici.

L’evento promozionale “AI for Life Science Excellence”, svoltosi a Milano lo scorso 2 aprile e organizzato da Veeva Systems e dal suo AI partner Hyntelo, ha riunito esperti del settore farmaceutico, accademici e rappresentanti istituzionali per discutere dell’impatto trasformativo dell’intelligenza artificiale (AI) nella sanità e nella ricerca.

Pharma Star – 22 maggio 2025

N.d.R.: Nell’incontro pubblicitario si è toccata anche l’attività degli Informatori Scientifici. Ne riportiamo uno stralcio.

I partecipanti: Moderato da Patrizio Armeni, Associate Professor of Practice SDA Bocconi; e Coordinatore del Digital Transformation Hub, l’incontro ha visto la partecipazione di vari esperti del settore, tra cui Nicoletta Luppi (MSD Italia), Alessandra Gelera (Assolombarda), Marco Scatigna(Centro Cardiologico Monzino) e Andrea Pagliai (Digital Medicine & Health del Gemelli), oltre ai rappresentanti delle aziende organizzatrici, Francesca Maggi (Veeva Systems) e Giacomo Filippo Porzio (Hyntelo).

Come cambia il lavoro degli informatori scientifici
Nel campo dell’informazione scientifica, l’intelligenza artificiale sta iniziando a cambiare il modo di lavorare degli informatori farmaceutici. Secondo una stima di McKinsey, l’adozione dell’AI generativa può aumentare la produttività dei team del 10-15% e incidere sull’aumento del fatturato dell’1-2%. Le applicazioni più efficaci riguardano la selezione dei medici da visitare, la personalizzazione della comunicazione e l’ottimizzazione delle interazioni sul campo.

Una ricerca italiana recentissima, condotta da Hyntelo insieme al sito informatori.it su oltre 200 professionisti, racconta una realtà interessante: più del 65% degli informatori utilizza già assistenti virtuali, e più della metà fa uso di ChatGPT o di strumenti di traduzione automatica. Tuttavia, solo uno su tre ha ricevuto questi strumenti dall’azienda.

I bisogni principali che emergono riguardano il desiderio di essere costantemente aggiornati su normative, farmaci e studi scientifici, di automatizzare la redazione di report e sintesi, e di poter personalizzare i messaggi e i materiali destinati ai medici.

Impatto strategico dell’AI nelle aziende farmaceutiche
Anche le aziende farmaceutiche stanno investendo molto. Porzio, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale generativa potrebbe creare un impatto economico di decine di miliardi di dollari lungo tutta la filiera: dalla ricerca e sviluppo clinico fino alle attività commerciali e di Medical Affairs. In pratica, si parla di strumenti AI che supportano la gestione dei trial clinici, l’analisi avanzata dei dati, la scrittura di contenuti scientifici, l’ottimizzazione della logistica e dell’inventario in tempo reale, la creazione di materiali promozionali personalizzati e l’estrazione di insight strategici sui medici o sulla letteratura scientifica.

L’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando un alleato prezioso per pazienti, medici, informatori e aziende farmaceutiche. Sta cambiando il modo in cui viviamo il benessere, curiamo i pazienti, comunichiamo con i clinici e sviluppiamo nuovi farmaci. E, come mostrano le evidenze sul campo, in molti casi sta già funzionando.

Riorientare il valore: la trasformazione dei Medical Affairs con l’intelligenza artificiale
Marco Scatigna, Clinical Trials Unit Head Cardiologic Centre Monzino and Member of the Scientific Committee ha descritto come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando il processo di sviluppo dei farmaci, da sempre lungo, costoso e ad alto tasso di insuccesso.

Scatigna ha spiegato che l’AI può intervenire nelle quattro fasi dello sviluppo clinico: pianificazione dello studio, identificazione dei pazienti, retention dei partecipanti e analisi dei risultati.

Nella fase di pianificazione, l’AI può analizzare migliaia di protocolli già esistenti, supportando il clinico nella definizione dei criteri di inclusione/esclusione e nella stesura degli endpoint; nella fase di arruolamento, l’AI può evitare errori comuni nella selezione dei pazienti e migliorare il tasso di partecipazione; può inoltre aiutare anche nella motivazione dei pazienti a restare nello studio e, infine, nell’elaborazione dei dati durante l’analisi finale.

Scatigna ha sottolineato che il valore dell’AI non risiede nel sostituire il lavoro del medico, ma nel supportarlo nelle fasi più tecniche, ripetitive o ad alto rischio di errore, aumentando così efficacia, velocità e sostenibilità dei trial. Questo si traduce in un grande beneficio economico e clinico, riducendo costi e tempi, e portando più rapidamente ai pazienti i farmaci innovativi di cui hanno bisogno.

Dall’hype alla realtà: come integrare davvero l’intelligenza artificiale nella sanità
Andrea Pagliai, CEO Advisor Gemelli Digital Medicine & Health — GDMH, ha offerto una visione ampia e concreta sull’introduzione dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, partendo dalla sua doppia esperienza in ambito ospedaliero e consulenziale. Secondo lui, il vero ostacolo non è la tecnologia in sé – che esiste ed è già applicabile – ma il contesto in cui dovrebbe essere implementata. Le sfide principali riguardano infatti i modelli organizzativi, le normative, la gestione dei dati e soprattutto l’adattamento delle competenze professionali.

Pagliai ha sottolineato che molte soluzioni considerate “futuristiche” sono già realtà, e che la difficoltà è integrarle efficacemente nella pratica clinica. Un esempio concreto: alcune soluzioni sistemiche basate su AI hanno portato a una riduzione del 40% dei rientri ospedalieri post-operatori. Questo non solo migliora gli esiti per i pazienti, ma ha un impatto positivo anche sull’efficienza e sui costi del sistema sanitario.

Pagliai insiste sulla necessità di affrontare l’AI come un investimento e non come un costo, perché consente un uso più efficiente delle risorse, migliora la qualità delle decisioni cliniche, riduce errori e ottimizza le terapie.

N.d.R.: Veeva, rappresentata da Francesca Maggi, Solution Consulting Senior Manager, in qualità di organizzatore e venditrice, propone la propria azienda come partner strategico nel settore Life Science, grazie alla sua piattaforma cloud che copre ogni fase del ciclo di vita del farmaco. La strategia AI di Veeva, ha detto la venditrice, si concentra su tre pilastri: l’integrazione di agenti intelligenti per ottimizzare i processi, le Direct Data API per un accesso agevole ai dati CRM (Customer Relationship Management) e un programma di partnership AI che permette ai clienti di scegliere liberamente le soluzioni AI, garantendo ovviamente l’integrazione con la piattaforma Veeva.

Notizie correlate: AI for Life Science Excellence: Innovation at the Heart of Milan

Art. 122 del D.Lgs. 219/06 – comma 6

Tra industria farmaceutica, trasformazioni in atto e il Simposio: parola a Giorgio Bruno di AFI

 

Redazione Fedaisf

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